“Non ho tempo!” Quante volte te lo sei sentito dire e l’hai detto?
Viviamo immersi nella distrazione, costantemente connessi e sempre meno concentrati sui nostri veri obiettivi, quelli che se raggiunti potrebbero darci soddisfazioni e felicità. Se la situazione ti è sfuggita di mano e speri che la pausa estiva possa aiutarti, probabilmente ne rimarrai deluso. Ma leggendo questo articolo potrai forse scoprire come ritrovare la concentrazione nell’epoca delle distrazioni e perché il Singletasking e il Flow potrebbero risultare vitali per il tuo Business e per la tua vita.
Buona lettura!
Troppo lavoro, troppe informazioni, troppi impegni, questioni da risolvere, password e scadenze da ricordare? Ecco la bella notizia! E’ possibile scendere da questa ruota che gira all’impazzata e riprendersi il proprio tempo, canalizzare le energie e dare attenzione a ciò che è veramente importante.
Sono sempre di più i corsi, i videocorsi e i libri che parlano di Digital Detox, di come ritrovare la concentrazione, di come organizzare e recuperare tempo prezioso, di come lavorare e vivere in modo più funzionale rispetto agli obiettivi.
Forse ne hai frequentato qualcuno o ti sei portato il libro in valigia con l’intento di leggerlo, ma alla fine ti ritrovi a dover gestire in modalità multitasking, impegni, riunioni, telefonate, notifiche, appuntamenti, email e a fine giornata (spesso anche in vacanza) ti sembra di aver concluso poco o niente e un senso di ansia mista a frustrazione ti assale. So come ci si sente…succede anche a me! E se hai dei bambini…mi immagino la tua faccia sconsolata che annuisce!
Il primo consiglio pratico che mi sento di poter condividere è quello di approfittare del periodo di ferie per rallentare i ritmi, prendere respiro e distinguere tra le tante cose da fare, quelle prioritarie, essenziali e indispensabili, da quelle secondarie e superflue.
Fai due liste, e se sei sotto all’ombrellone, falle ora! Va bene anche la carta della focaccia!
Se ci sono anche i tuoi bimbi…approfitta della nanna del pomeriggio o dei santi nonni o di quei vicini di ombrellone tanto simpatici! Una volta completate ti assicuro che ti sentirai più sollevato.
Se non hai ferie o le hai già fatte e sei tornato più stanco di prima…prenditi anche solo una giornata e vai nel tuo posto preferito, possibilmente lontano dalla folla, dalle distrazioni e dal rumore. In montagna, al lago, in una pineta, entra in contatto con la natura, goditi il lusso del silenzio, vivi il presente e fai le due liste!
Procurati momenti di calma interiore e impara in tali momenti a distinguere l’essenziale dal non essenziale.
Rudolf Steiner
Voracity, è il titolo del Group Show che si è svolto all’interno di Punto 618 Art Gallery, a due passi dalla Reggia di Venaria.
Sono fortunata perché si tratta della galleria di Urban Art di un’amica/cliente e mi capita spesso di lavorare, perdermi e ritrovarmi in questo spazio fuori dal tempo. Ma questa mostra è assolutamente di “questo tempo”.
La mostra affronta infatti un aspetto della nostra società: la voracità, intesa come insaziabilità nel vivere quotidiano, ingordigia di approvazione e compiacimento, bramosia di tempo, di luoghi, di emozioni, di consumo di prodotti e oggetti.
La domanda che si sono posti gli artisti è se questa voracità possa avere anche una declinazione costruttiva o sia solo una corsa verso l’ingordigia distruttiva e fine a se stessa.
Le opere che mi hanno colpito di più sono state quelle dell’artista SEACREATIVE, intitolate Strappi 0.3 e Strappi 0.4.
Fabrizio Sarti ha voluto riflettere sul concetto di voracità in relazione al bersagliamento di informazioni che subiamo ogni giorno.
Le immagini provenienti dal web, dai social media, dalla pubblicità ci invadono e colpiscono incessantemente. E questo meccanismo agisce alimentando la nostra fame di visiva e di informazioni, che a causa della velocità non vengono neanche apprezzate. Da qui gli strappi delle opere che vogliono sottolineare la nostra impazienza.
I personaggi delle due opere però formano una composizione che si incastra alla perfezione, per ricordarci che, quando si rallenta, quando si vive nel qui e ora e ci si concede il tempo per osservare senza ingordigia, i contenuti acquistano senso e valore. E di conseguenza, anche la famelica ricerca si placa.
Sensazioni? Forte consapevolezza di quello che sta succedendo, del tempo prezioso e dei momenti che spesso perdiamo per motivi futili e, soprattutto, speranza e ottimismo…in un sano e fruttuoso rallentamento. Per noi e per le persone che ci stanno vicino.
Se desideri una vita più efficiente e felice, devi imparare a dire di no, escludendo le attività e le persone superflue, e ti devi concentrare su un’attività per volta.
Singletasking. E’ vero sembra impossibile da realizzare nell’era del “Tutto e subito”, del “Chi si ferma è perduto”, del “lava, stira, pulisci, cucina, bimbi, tende degli indiani, riordina, asilo, cucù, ecc ecc, ma ti assicuro che i benefici, a livello fisico e mentale, nel business e nella vita di tutti i giorni, sono infinitamente maggiori rispetto al multitasking.
Ho letto un libro che si intitola proprio Singletasking, di Devora Zack, e oltre a dati e consigli pratici su come metterlo in pratica, mi ha riconfermato un concetto che avevo sentito per la prima volta da Ciro Imparato, durante uno dei suoi seminari, il Flow o l’esperienza ottimale.
Ma andiamo con ordine!
Il multitasking ci dà la sensazione di risparmiare tempo, ma in realtà non è così. Ci rende più stressati, meno concentrati e meno performanti.
Questo ce lo conferma anche il fatto che centinaia di persone al mese digitano su Google.it parole chiave come “disturbi della concentrazione”, “farmaci per aumentare la concentrazione”, “come ritrovare la concentrazione”, e così via.
Prestare attenzione a troppe cose per volta può rivelarsi persino fatale. La scrittrice riporta infatti alcuni dati dell’American Automobile Association che ha scoperto che quasi il 70% dei guidatori americani usa il cellulare mentre sta guidando, con il risultato che decine di migliaia di persone stanno morendo a causa di ciò.
Secondo alcune ricerche della Stanford e Harvard University, il nostro cervello non è capace di focalizzarsi su più cose simultaneamente. Semplicemente sposta il focus da una cosa all’altra e quando questo accade le nostre prestazioni ne soffrono.
Inoltre, quella brutta sensazione che ci assale a fine giornata dopo aver fatto mille cose insieme e neanche così bene come avremmo voluto, è causata da un ormone rilasciato dal cervello, il cortisolo, detto anche “ormone dello stress”.
Al contrario, concentrarsi su una cosa per volta, permette di ottenere ottime prestazioni.
Infatti, solo quando siamo completamente assorbiti nel compito che stiamo affrontando, si può entrare in ciò che lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi chiama lo stato di Flow.
Secondo lo psicologo (già citato in un precedente articolo “Comunicare efficacemente e con il cuore”), l’uomo oscillerebbe costantemente tra uno stato di ansia e di noia. In mezzo a questi due stati esisterebbe un senso di gioia e felicità derivante dall’attività definita “stato di Flow” o “esperienza ottimale”.
Per poter provare un’esperienza ottimale sono necessarie due condizioni:
- – una sfida, con la quale misurarsi;
- – un’abilità nello svolgere l’attività oggetto della sfida.
Lo stato di flow si crea quindi tutte le volte che mi impegno in una sfida di livello uguale o leggermente superiore rispetto alle mie abilità.
Se la sfida è superiore alla mia abilità andrò in uno stato di ansia, se invece la sfida è inferiore rispetto alla mia abilità, mi annoierò.
Questa teoria, spiegava anche Ciro Imparato, ci offre gli strumenti per capire l’origine della quasi totalità delle nostre insoddisfazioni e ci fornisce gli strumenti per creare uno stato di flow nella nostra vita.
Se ciò che stiamo facendo è adeguato alle nostre capacità allora ci sentiremo perfettamente coinvolti e all’altezza.
Durante uno stato di flow i processi di attenzione sono focalizzati su qualcosa di piccolo e ben definito. E questa concentrazione non deriva da una decisione consapevole, ma è la naturale conseguenza del fatto di svolgere un’attività piacevole.
Ti è già capitato di fare qualcosa che ti appassiona, una partita del tuo sport preferito, una chiacchierata con una persona che stimi, travestirti e giocare con i tuoi bambini e non renderti conto del tempo che passa? Questa è una caratteristica dello stato del flow.
Ma non appena ci distraiamo, o cominciamo a valutare la nostra performance (“sto agendo nel modo giusto? Dovrei fare diversamente?”) in automatico si esce dallo stato di flow.
Un po’ come quando si impara a guidare!
Il flow è libertà.
Ciro Imparato
Credi di non farcela o di non essere portato? Tra le più preziose abilità che l’uomo ha fin dall’infanzia c’è proprio la capacita di concentrarsi. Osserviamo proprio i bambini. Sì, non fare quella faccia stranita, parlo seriamente!
Una delle scoperte rivoluzionarie di Maria Montessori riguarda senza dubbio la capacità di concentrazione del bambino, quand’egli è ancora molto piccolo.
Nata nel 1870, Maria Montessori, fu tra le prime donne a laurearsi in Medicina in Italia, e dedicò tutta se stessa alla causa del bambino. Grande scienziata, oratrice e conferenziera applaudita in tutto il mondo, con un messaggio talmente grande ed elevato che solo pochi sono riusciti e hanno voluto coglierlo nella sua interezza (Italia compresa, purtroppo).
Ma torniamo alla sua incredibile scoperta.
E’ opinione comune che soprattutto i bambini più piccoli, siano incostanti e abbiano la necessità di passare in continuazione da un’attività all’altra perché incapaci di mantenere la propria attenzione focalizzata più tempo su di un lavoro.
Grazie all’osservazione del comportamento infantile invece, Maria Montessori scoprì quel meraviglioso fenomeno poi definito “polarizzazione dell’attenzione”. E a permetterle di compiere questa straordinaria scoperta fu, in particolare, un episodio, da lei descritto in alcuni dei suoi libri.
Il primo fenomeno che richiamò la mia attenzione fu quello di una bambina di forse tre anni, che si esercitata a infilare e sfilare i cilindretti degli incastri solidi, che si maneggiano analogamente ai turaccioli delle bottiglie, che però sono cilindri di grossezza graduata, a ciascuno dei quali spetta un determinato collocamento. Fui sorpresa di vedere una bambina così piccola ripetere più e più volte un esercizio con profondo interesse…Ed io, per abitudine all’esame, comincia a contare gli esercizi, poi volli provare a qual punto poteva resistere la strana concentrazione che mi si rivelava: e dissi alla maestra di far cantare e muovere tutti gli altri bambini. Ciò che infatti avvenne, senza che la bambina si scomponesse affatto nel suo lavoro. Allora presi delicatamente la poltroncina ove la bimba era seduta e, con essa dentro, misi il tutto sopra al tavolino. Con mossa rapida la piccolina aveva afferrato il suo oggetto e mettendoselo sulle ginocchia, continuò il medesimo lavoro. Da quando avevo cominciato a contare, la bambina aveva ripetuto l’esercizio quarantadue volte. Si fermò come uscendo da un sogno e sorrise come una persona felice: i suoi occhi lucenti, brillavano, guardando tutto attorno. Sembrava che non si fosse accorta nemmeno di tutte quelle manovre che non erano riuscite a disturbarla. E adesso, senza nessuna causa esterna, ecco che quel lavoro era finito.
Questo fu il primo pertugio che si aprì dal profondo inesplorato dell’anima infantile. Quella era pure una bimbetta piccolina: di quell’età ove l’attenzione è instabile, inafferrabile, e passa da cosa a cosa senza potersi fermare. Eppure era avvenuto un fatto di concentrazione dove l’Io si era sottratto a tutti gli stimoli esterni.
Simili fatti si ripeterono. E ogni volta i bambini ne uscivano come persone riposate, piene di vita, con l’aspetto di chi ha provato una grande gioia.
Maria Montessori
Continua Maria Montessori: “Ciò che gli interessa è di finire il suo lavoro, non di saperlo ammirato, né di tesorizzarlo come sua proprietà”.
Quello che conta per lui è completare il ciclo della sua azione, che può essere così rappresentato.
Normalmente il cerchio viene spezzato in due punti: all’inizio perché non si lascia il bambino libero di scegliere (è l’adulto che sceglie come vestirlo, cosa fargli colorare, cosa dargli da mangiare, ecc), poi perché lo si interrompe mentre è concentrato (“Cosa stai facendo? Fammi vedere!”).
La prima premessa per lo sviluppo del bambino è la concentrazione. Il bambino che si concentra è immensamente felice.
Mai interferire quando un bambino sta lavorando da solo, bisognerebbe piuttosto rispettare la sacralità dell’atmosfera che si crea intorno a lui, proprio come fosse quella di un tempio o di una chiesa”.
Maria Montessori
Incredibile vero?! Quante corrispondenze tra bambini e adulti…
E la cosa più incredibile è che già a inizio Novecento si parlava di Concentrazione, Felicità e Bambini!
Quindi, rasserenati e torna alla tua attività essenziale, la concentrazione fa parte di te, va solo aiutata e assecondata.
Ecco qualche altro consiglio.
Parti dalla lista delle attività essenziali che hai fatto precedentemente e scegli quella per te prioritaria. Concentrati e se la tua mente divaga, torna e rifocalizzati.
Se proprio non riesci, prenditi una pausa o fai una passeggiata. Sarà più facile ripartire. Il Singletasking infatti è più efficace se viene combinato con delle pause regolari. Il tipo e la durata dipendono dall’attività che si sta facendo. Una breve passeggiata se sei seduto alla scrivania oppure sedersi per qualche minuto se stai facendo un’attività fisica pesante.
Non credere sia improduttivo rallentare un attimo per riflettere e ritrovare se stessi. Spesso sono le pause più favorevoli a livello di risoluzione di problemi, proprio perché ci si rilassa e il cervello ha modo di rielaborare le informazioni accumulate.
Prova anche a suddividere le attività simili tra di loro in gruppi e datti un tempo per concluderle. Potresti raggruppare attività simili come quelle legate alla grafica e alla creatività al mattino, seguite dalle telefonate e le video chiamate e poi le attività legate alla scrittura: email, report, presentazioni.
Fai dei tentativi, datti il giusto tempo…e troverai la tecnica che fa per te!
Riepilogo. 3 suggerimenti per ritrovare la concentrazione nell’epoca delle distrazioni
- – Singletasking. Rallenta, prenditi un giorno tutto per te e fai due liste, dove distinguerai tra le tante cose da fare, quelle prioritarie, essenziali e indispensabili, da quelle secondarie e superflue.
- – Flow. Scegli l’attività prioritaria, elimina le distrazioni, allontana gentilmente le persone che in quel momento potrebbero distoglierti dal focus e concentrati. Datti il tempo necessario e ricerca lo stato di flow.
- – Scegli di fare delle brevi pause e prova a suddividere le attività simili tra di loro in gruppi. E ricorda che per vivere spesso esperienze ottimali bisogna allenarsi!
Tutte le energie umane dovrebbero andare lungo il cammino verso il quale l’interesse dell’anima conduce.
Maria Montessori
Buona estate e buon Ferragosto!
Goditi la famiglia, gli amici e le persone a cui vuoi più bene… te lo meriti!
Ce lo meritiamo!
P.S.
E tra un castello di sabbia o una camminata rigenerante…ti auguro di ritrovare la tua concentrazione e il tuo miglior stato di flow, in questo modo vivrai esperienze ottimali e la qualità della tua vita e del tuo lavoro aumenteranno!
Fonti:
Singletasking, Devora Zack, Berrett-Koehler Publishers
Solo applausi, Ciro Imparato, Sperling & Kupfer
Il segreto dell’infanzia, Maria Montessori, Garzanti | Elefanti
Libertà e amore, Elena Balsamo, Il leone verde
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